Il contributo dell’AC per un laicato maturo ed aperto alla missionarietà

Sabato 16 settembre presso il Centro don Bosco di Rovigo ha avuto luogo il Consiglio Diocesano di Azione Cattolica. Si tratta di un incontro importante per la vita dell’Associazione in quanto segna il momento della ripresa e di avvio del nuovo anno pastorale per le diverse realtà delle associazioni.

All’incontro erano presenti i membri del Consiglio diocesano di A.C., il presidente diocesano Paola Cavallari, gli assistenti ecclesiastici don Emanuele Sieve e mons. Giorgio Seno.

Mons. Seno nella sua relazione ha ricordato il contributo dell’Azione Cattolica nazionale al IV Convegno ecclesiale “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo” che si terrà a Verona dal 16 al 20 ottobre prossimo. Don Giorgio si è poi soffermato ad illustrare il Progetto Formativo che da due anni indica la strada del rinnovamento all’intera associazione, un nuovo cammino, ha aggiunto, in continuità con tutta la storia dell’A.C. che nel 2008 celebrerà 140 anni dalla sua fondazione. Don Giorgio ha poi ricordato l’evento della Visita pastorale che il Vescovo di Adria-Rovigo mons. Lucio Soravito de Franceschi si accinge a compiere alla Diocesi, soffermandosi sull’itinerario di fede “Cristo visita il suo popolo”, indicato dal Vescovo per l’anno pastorale 2006-2007. Dopo questa premessa don Giorgio è ritornato sul tema del Convegno

di Verona e ha affermato: “I convegni ecclesiali in Italia costituiscono eventi importanti della Chiesa post-conciliare, concepiti come occasioni per verificare e rilanciare le linee pastorali che i Vescovi elaborano per ogni decennio e, quindi, per far crescere «l’autocoscienza ecclesiale», cioè la coscienza che la Chiesa ha di se stessa, della sua identità, del suo ruolo e della sua presenza nel mondo, della sua missione”.

L’Azione Cattolica Italiana ha percorso il cammino di preparazione al Convegno; è stata una esperienza importante, positiva,

coinvolgente, ha detto don Giorgio. Il Consiglio Nazionale dell’AC, ha proseguito mons. Seno, ha riflettuto sui temi che saranno oggetto dei lavori del Convegno Ecclesiale. “Il testimone, ha affermato il relatore, è colui che racconta con verità un’esperienza di cui è stato protagonista e che ha dato un orientamento nuovo alla sua esistenza; egli è disposto a giocarsi

la vita fino in fondo per questa novità”. Ai cristiani, ha proseguito, viene chiesto un alto profilo morale, una profonda spiritualità, qualità che possono dare un volto nuovo alla Chiesa; per questo, ha detto don Giorgio, è urgente qualificare ulteriormente i consigli pastorali, valorizzare le competenze dei laici offrendo loro una solida formazione biblico-teologica, per riaffermare la figura del laico consegnata dal Vaticano II.

E’ importante oggi riproporre l’esperienza associativa in Azione Cattolica come vero servizio alla missione della Chiesa, i laici, ha proseguito don Giorgio, devono diventare i primi evangelizzatori per la loro presenza attiva nel mondo, nel campo della famiglia, della società, della Chiesa, del lavoro, della professione, della politica.

Mons. Giorgio si è ancora soffermato sul tema della Speranza, osservando che la speranza cristiana è risposta a Qualcuno. “Il convegno ecclesiale, ha affermato, ci invita, giustamente allora, a ripartire dalla centralità cristologia. Bisogna ripartire dal Risorto per fondare e testimoniare l’autentica speranza cristiana. E Gesù Risorto parla ancora, oltre che con i vangeli della sua vita e del suo insegnamento, con la testimonianza della comunità cristiana, nonché per mezzo delle parole e degli eventi della comunità degli uomini”. La speranza cristiana sostiene l’uomo con coraggio a guardare a tutte le dimensioni della vita umana, con fiducia e gioia. Mons. Seno ha poi toccato il tema degli ambiti, soffermandosi sulla vita affettiva; il lavoro e la

festa; la fragilità; la tradizione e trasmissione; la cittadinanza.

Avviandosi alla conclusione don Giorgio ha ricordato le priorità dell’Azione Cattolica Italiana: “La centralità della formazione nella vita e nell’esperienza associativa; la valorizzazione del ruolo specifico della famiglia nella comunicazione della fede e nell’annuncio del Vangelo; coltivare l’interesse e l’amore per la vita della città, entrare in dialogo con le culture del nostro tempo e impegnarsi perché la fede diventi cultura; fare sempre riferimento ad un elemento costitutivo dell’Azione

Cattolica che è il radicamento nella Chiesa particolare, la passione per l’ordinarietà della vita associativa, vissuta come forma ordinaria della sequela di Cristo e luogo in cui costruire quotidianamente la speranza”.

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Il contributo dell'ACI al Convegno di Verona

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