I risultati di uno studio sui cambiamenti climatici

Il 14 settembre l’Azione Cattolica diocesana ha celebrato a Trecenta la IX giornata per la Salvaguardia del Creato che aveva come tema “Educare alla custodia del creato per la salute dei nostri paesi e delle nostre città”. Proprio in quei giorni l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPPC) ha presentato l’ultima parte del documento che riguarda i cambiamenti climatici. Frutto di 6 anni di lavoro della comunità scientifica internazionale rappresenta la valutazione più completa mai realizzata sul tema dei cambiamenti climatici che oramai anche noi sperimentiamo sempre più frequentemente.

Lo studio (Syntesis  Report) è stato costruito con il contributo di 830 autori,coordinatori,revisori in rappresentanza di 80 Paesi e sono stati aiutati da tre gruppi di lavoro con oltre mille scienziati e più di 2000 esperti revisori.

La sentenza del report è “ I cambiamenti climatici potrebbero avere incidenze irreversibili e pericolose”.

Le emissioni di gas serra assieme ad altri fattori antropici sono stati la causa predominante del riscaldamento osservato nel  ventesimo secolo.”L’influenza dell’uomo sul sistema climatico è chiara ed in aumento, con delle incidenze osservate su tutti i continenti. Se non li gestiamo, i cambiamenti climatici accresceranno il rischio di conseguenze gravi,generalizzate ed irreversibili per l’essere umano e gli ecosistemi” così Thomas Stocker copresidente di un gruppo di lavoro ha  spiegato che “ secondo la nostra valutazione, l’atmosfera e gli oceani si sono riscaldati, la quantità di neve e di ghiaccio è diminuita, il livello del mare si è  alzato e la concentrazione di biossido di carbonio è aumentata fino a livelli senza precedenti da 800.000 anni”. Tutto fa pensare,quindi,che le emissioni costanti di gas serra provocheranno un ulteriore riscaldamento e delle alterazioni di lunga durata di tutti gli elementi del sistema climatico, aumentando il rischio di conseguenze vaste e profonde che colpiranno tutti gli strati della società e l’ambiente naturale.

Ma chi pagherà le maggiori conseguenze di questo apparentemente irreversibile cambiamento di clima?

“Numerosi rischi,viste le capacità limitate di farvi fronte,rappresentano dei problemi particolari per i Paesi meno sviluppati e le comunità vulnerabili. Le persone marginalizzate sul piano sociale,economico,culturale,politico,istituzionale od altro,sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici” ha dichiarato il presidente dell’IPPC, Rajendra Kumar Pachauri aggiungendo “ che le limitazioni degli effetti dei cambiamenti climatici pongono dei problemi di equità e di giustizia ma rendono necessario dare il via ad uno sviluppo sostenibile ed all’eliminazione della povertà. Le numerose persone più vulnerabili ai cambiamenti climatici sono quelle che hanno contribuito e contribuiscono meno alle emissioni di gas serra”.

Esistono delle opzioni per tamponare le conseguenze dell’involuzione del clima. Pachauri ha sottolineato nelle scorse  settimane che “ Abbiamo i mezzi per limitare i cambiamenti climatici. Esistono numerose soluzioni che permettono uno sviluppo economico e  sociale continuo,ma sostenibile. Abbiamo bisogno solo della volontà di evolvere che, speriamo, sarà motivata dalla conoscenza e dalla comprensione della scienza dei cambiamenti climatici”.

Per il Synthesis Report occorre darsi da fare adesso, perché “ Se si ritardano le misure per realizzare importanti riduzioni delle emissioni climalteranti  aspettando il 2030,questo accrescerà sensibilmente i problemi tecnici, economici,sociali ed istituzionali”.

(fonte Unimondo.org)

Per approfondire:

http://www.ipcc.ch/pdf/assessment-report/ar5/syr/SYR_AR5_LONGERREPORT.pdf

http://www.ipcc.ch/pdf/assessment-report/ar5/syr/SYR_AR5_SPM.pdf

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Data: 
Lunedì, 17 Novembre, 2014 - 19:24