Quel 9 novembre del ‘43

Era il 9 novembre del 1943 quando don Lorenzo Milani varcò la soglia del seminario di Cestello in Oltrarno. Da lì iniziò il suo percorso di sacerdote e di educatore di ragazzi che ancora oggi apprezziamo. Quel che possiamo stimare dell’impegno di don Milani (tuttora attuale essendo ancora prese in forte considerazione le sue posizioni dal MSAC) è la ferma convinzione che la scuola debba formare, non soltanto degli studenti ma, soprattutto, dei cittadini.

Quel che non si deve perder di vista è, quindi, il valore fondamentale della scuola nell’educazione alla sovranità e alla responsabilità di futuri cittadini coscienziosi. Ancor di più nella società odierna, dove il benessere economico raggiunto da buona parte della cittadinanza sembra non abbia portato i risultati che don Milani auspicava. Il raggiungimento di una certa agiatezza è corrisposto, per molti, all’ultima meta a cui ambire. Preferendo l’interesse personale, si è abbandonato quello collettivo, ritenendo non più necessario un impegno pubblico e politico, se non per un conseguimento di privilegi pronti a dissolversi nel momento in cui cedono i legami fragilmente instaurati, dove la furbizia e la scaltrezza sembrano prevalere.

Educare, quindi, gli studenti alla formazione responsabile della propria coscienza critica per ridare, alle giovani generazioni, quel sentimento di fiducia nella società e nella politica che oramai latita.

In questi ultimi anni, si sta assistendo ad un rinnovato interesse per le questioni sociali e valoriali. Il richiamo continuo delle istituzioni al bene comune (nel quale viene inclusa la scuola pubblica), il decennio dedicato all’educazione indicato dagli Orientamenti pastorali dei Vescovi, l’invito del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al dialogo e al rispetto dei princìpi della Costituzione, sono tutti sintomi (o almeno la speranza rimane quella) di un desiderio di attenzione nel formare una base solida per i cittadini di domani.

Nel numero di Segno di novembre è ben presente il messaggio di educarsi alla politica per educare la politica. In un periodo in cui l’ambito politico attraversa una profonda crisi morale, non possiamo esimerci dall’impegno doveroso, a partire dal Movimento Studenti della diocesi di Adria – Rovigo, di riprendere con convinzione la definizione di politica del Priore di Barbiana:

« Per esempio ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia ». 

Sezione:

Data: 
Mercoledì, 9 Novembre, 2011 - 16:51